Fabio Massimo Ulivieri è un noto pittore italiano contemporaneo, conosciuto per aver fondato il movimento Symbolicum, un movimento artistico che è un vero manifesto dell’arte contemporanea. In un contesto dove spesso l’arte contemporanea è denigrata o non considerata a piena sufficienza, Ulivieri si caratterizza come un artista poliedrico, particolarmente votato al racconto dei luoghi tipici della sua città, dove è nato e dove lavora tuttora.
Milanese, veneziano, uno dei più grandi artisti meneghini secondo i critici che parlano di lui, Fabio Massimo Ulivieri è un vero esponente della storia di Milano messa su tela. Può essere considerato un poeta della pittura meneghina, che racconta la sua città in una maniera eclettica, particolarmente intensa.
Esponente del movimento della pittura contemporanea e simbolica, Fabio Massimo Ulivieri attualmente vive ed opera a Milano dove è nato nel 1956.
Dopo aver studiato nel capoluogo lombardo, fin da ragazzo partecipa a mostre che espongono le sue opere e partecipa poi anche a rassegne sia di rango nazionale che internazionale.
Co fondatore del Gruppo Artistico Symbolicum che fu presentato assieme al suo manifesto nel 1998, Ulivieri oggi è considerato uno dei maggiori artisti contemporanei del panorama meneghino e della pittura simbolica e contemporanea ed ha partecipato a numerose mostre e rassegne in tutta Italia e anche all’estero.
Milano raccontata su tela
Una delle caratteristiche dell’arte di Fabio Massimo Ulivieri consiste nell’essersi focalizzato soprattutto sul racconto della città, e non una città qualunque: la sua città, Milano, vista dagli occhi di una tela.
Nelle sue esposizioni, Fabio Massimo Ulivieri racconta il capoluogo lombardo nella memoria, partendo dal suo sky line, ridisegnando i luoghi classici della città meneghina come per esempio il suo simbolo per eccellenza, il Duomo.
La pittura è per Fabio Massimo Ulivieri uno strumento di meditazione personale, che ridisegna i luoghi più evocativi di Milano, di Venezia, le due città che più ha vissuto, in modo assolutamente unico e personale. Dal Castello Sforzesco al Duomo di Milano, Fabio Massimo Ulivieri ridipinge i luoghi più belli e simbolici di Milano, tanto che viene considerato uno dei maggiori esponenti dell’arte meneghina contemporanea, nella sua ricerca di rappresentazione della ‘Meneghinità di Milano’, come si è detto. Di che resurrezioni stiamo parlando? Delle opere di Fabio Massimo Ulivieri cominciate nel 1996, che sono un po’ la summa dell’arte di questo pittore meneghino che vuole rappresentare, come è stato detto di lui da esponenti artistici, la ‘conoscenza irrazionale’, la mancata distinzione fra oggetto e simbolo.
Avanguardia, come del resto è all’avanguardia Milano, modernità, irrazionalità, mistero: Fabio Massimo Ulivieri riesce a ricoprire di una patina onirica tutti i suoi lavori, facendo emergere da un’ombra bianca le più importanti cattedrali della sua città e le storiche abitazioni nobiliari veneziane.
L’originalità estetica di Fabio Massimo Ulivieri non è classica, non è ‘comune’, è assolutamente originale, ogni sua opera ha un valore proprio compiuto, tanto che può essere considerata un racconto. La memoria, la memoria della città è un tratto caratteristico dei lavori e delle opere di Fabio Massimo Ulivieri che si caratterizza con la sua originalità e compiutezza come una delle mani più interessanti del panorama artistico italiano.
Dipinge a spatola o a pennello, su supporti di diverso tipo, con tinte pastello che sembrano far uscire le sue opere d’arte direttamente da un sogno. Tanto che si è parlato, rispetto alle sue opere, di una vera resurrezione: un Duomo che risorge dalla nebbia, la Ca’ Granda di Venezia che risorge dal bianco della pittura. Memoria e immagine, figura e sogno, le opere d’arte di Fabio Massimo Ulivieri sono un mix di questi elementi che comporta un’unicità assolutamente inconfondibile nel suo tratto artistico.