Viaggi naturalistici per vedere gli orangotango, i gorilla e gli scimpanzé

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L’essere umano è un primate evoluto strettamente imparentato con alcune delle specie simbolo del nostro pianeta.

Dal punto di vista evolutivo, le specie più simili a noi sono i bonobo e gli scimpanzè, mentre leggermente più distanti troviamo i gorilla e gli orango.

Detti anche grandi scimmie, questo gruppo di animali condivide con noi la quasi totalità del patrimonio genetico.

Tuttavia, nonostante la stretta parentela, noi che ci definiamo la specie più evoluta, non facciamo nulla per tutelare i nostri cugini della foresta.

Anzi, facciamo l’esatto contrario attraverso la sistematica distruzione di aree naturali che rappresentano il loro habitat naturale di sopravvivenza.

Le cause sono sempre le stesse, la crescente crescita demografica e lo sviluppo insostenibile comportano la conversione delle foreste in aree dove le attività umane regnano.

Coltivazioni, industrie, allevamenti e miniere prendono velocemente il posto delle foreste vergini, casa dei nostri cugini primati.

Tranne lorangotango che vive in Indonesia, tutte le specie simili a noi vivono nel cuore centrale africano ricoperto un tempo da rigogliose foreste vergini.

Purtroppo queste aree naturali sono situate all’interno di paesi dove la guerra è più comune della pace.

Queste nazioni sono infatti vittima di conflitti senza fine finanziati in maniera occulta dalle multinazionali senza scrupoli che dall’instabilità politica ricavano vantaggi come lo sfruttamento a basso costo delle risorse.

Un paese sicuro e stabile non svende le sue risorse naturali, un paese martoriato dalla guerra invece sarà una preda facile della corruzione e quindi della depredazione delle ricchezze.

Esemplare il caso della Repubblica Democratica del Congo, uno dei paesi più ricchi al mondo per risorse naturali, ma schiacciato da decenni di guerre che hanno portato la popolazione locale a livelli estremi di povertà.

In questo scenario, è molto facile fare shopping di risorse per l’occidente.

Ovviamente, a fare le spese non sono solo i popoli, ma anche la fauna selvatica che viene decimata senza nessuna pietà.

Non a caso, tutte le popolazioni di primati sono ormai classificate come specie in pericolo di estinzione.

Basti pensare ad esempio ai gorilla di montagna presenti in 3 paesi con soli 300 esemplari.

Quando le guerre lasciano spazio alla pace, anche le specie selvatiche ne beneficiano. Ad esempio in Ruanda, dopo il genocidio degli anni novanta, il turismo ambientale è una delle entrate economiche principali del paese.

Diverso il discorso dell’Indonesia dove il problema non sono le guerre, ma il capitalismo che non guarda in faccia alla natura, ma solo al profitto.

Ed è cosi che milioni di ettari di foreste nel Borneo e Sumatra hanno lasciato spazio alle coltivazioni di palma da olio portando gli orango sull’orlo dell’estinzione.

Noi comuni cittadini possiamo in realtà fare molto per aiutare i cugini della foresta come ad esempio scegliere prodotti con marchi di sostenibilità e partecipare a viaggi naturalistici per finanziare la conservazione ambientale.

Alessandro di Keep the Planet